
Siamo alle porte del 2026. La domanda che molti imprenditori ci pongono spesso è:
“Ha ancora senso investire in un sito web proprietario quando i clienti chiedono tutto a ChatGPT o Gemini?”
La risposta breve è: Sì, più di prima. Ma il perché è cambiato radicalmente.
Se fino a qualche anno fa il tuo sito doveva piacere a Google, oggi deve continuare a piacere a Google ma in più deve piacere a un’intelligenza artificiale che “legge” il web per conto dei tuoi clienti. Ci troviamo nella nuova frontiera della GEO (Generative Engine Optimization), dove l’accessibilità e la struttura dei dati non sono più optional, ma le fondamenta della visibilità.
È tuttavia importante una precisazione: in questo scenario iper-tecnologico, competenze e professionalità umane diventano ancora più preziose. Sebbene l’AI possa supportare la scrittura di codice o contenuti, non può sostituire l’esperienza, la visione strategica e l’empatia di un team di professionisti. Solo l’esperienza umana sa interpretare le sfumature del brand e mettere in campo una strategia che non sia solo “corretta” per le macchine, ma “interessante” per le persone.
Cerchiamo di esplorare il modo in cui il tuo sito web deve evolversi per essere o restare rilevante in un ecosistema digitale dominato dalle AI.
Ciò che NON è cambiato: L’esperienza umana
Prima di parlare di codice, di bot e di algoritmi, facciamo un passo indietro. Quando l’AI indirizza un utente verso il tuo sito, quando lo fa un motore di ricerca, o quando l’utente ci arriva direttamente, l’interazione umana resta il fulcro della conversione. Nel 2026, i pilastri fondamentali dell’UX (User Experience) rimangono incrollabili:
- Velocità: Nessuno aspetta più di 2 secondi.
- Chiarezza: Chi sei? Cosa vendi? Perché dovrei fidarmi?
- Semplicità: Contattarti o acquistare deve essere un processo fluido e intuitivo.
Oggi c’è bisogni di qualcosa in più, questi elementi ora devono convivere con un nuovo, esigente visitatore: il Bot dell’AI.
Il nuovo visitatore esigente: ottimizzare per l’Intelligenza Artificiale
Le AI generative non “guardano” il tuo sito come un umano, non ammirano le sfumature di colore o le animazioni in parallasse. L’intelligenza artificiale generativa legge il codice e interpreta il contesto.
Per le aziende, questo significa che il sito web deve diventare la fonte di verità (source of truth) definitiva sulla propria azienda. Se le informazioni sul tuo sito sono confuse, l’AI darà risposte confuse (o allucinate) ai tuoi potenziali clienti.
Ecco i quattro aspetti tecnici su cui E-TERNA sta puntando per i siti del 2026:
Dati strutturati: Il linguaggio per le macchine
Non basta scrivere “Siamo aperti dal lunedì al venerdì, dalle, alle”. Nel 2026, è imperativo utilizzare lo schema.org (JSON-LD) in modo massiccio. Dobbiamo dire esplicitamente all’AI: “Questa stringa è il prezzo”, “Questa immagine è il prodotto”. Ogni entità sul tuo sito (un prodotto, una persona, un evento, una ricetta, una FAQ) deve essere marcata con dati strutturati impeccabili. Questo permette alle IA di estrarre i fatti nudi e crudi (prezzo, disponibilità, ingredienti, date) senza dover “interpretare” il design visivo. Più strutturiamo i dati, più facile sarà per le AI estrarre “snippet” precisi e utili per l’utente.
Contenuti sintetici e autorevoli (E-E-A-T)
E-E-A-T = Experience – Expertise – Authoritativeness – Trustworthiness è un acronimo usato da Google nelle Search Quality Rater Guidelines e rappresenta quattro criteri fondamentali per valutare la qualità dei contenuti online. Molti modelli e sistemi AI si ispirano ai principi di E-E-A-T preferendo contenuti che possono considerare ufficiali, che dimostrano Esperienza, Competenza, Autorevolezza e Affidabilità (E-E-A-T). Il contenuto deve essere strutturato per rispondere a domande precise.
Semantic HTML: ritorno alle origini
Sebbene l’HTML semantico sia uno standard introdotto anni fa, spesso è stato sacrificato per velocità di sviluppo o contenimento dei costi, abusando di <div> generici. Nel 2026, questo “debito tecnico” potrebbe essere penalizzante. L’uso rigoroso di tag come <article>, <nav> e <aside> è il modo corretto per dare alle AI una mappa chiara della gerarchia delle informazioni, permettendo loro di distinguere il contenuto principale dal rumore di fondo.
4. Il passaporto (forse) per le AI: Il file /llms.txt
Forse questa è la novità più tecnica ma essenziale del 2026. Nato come proposta della community open-source per facilitare la lettura dei siti ha aperto moltissime discussioni. Serve? Le AI lo leggono veramente? Potrebbe essere penalizzante?
Proprio come un tempo usavamo il file robots.txt (standard gestito dall’IETF) per dire a Google cosa indicizzare e cosa no, oggi implementiamo il file llms.txt (non è uno standard ufficiale ma una proposta della community lanciata da Jeremy Howard di Answer.AI nel 2024). Si tratta di un file di testo semplice, posizionato alla radice del sito, pensato esclusivamente per i Large Language Models. In questo file, forniamo una mappa concisa e pulita dei contenuti più importanti del sito, linkando direttamente le risorse chiave senza grafica o distrazioni. È il modo più efficace per dire a un’AI: “Ecco esattamente chi siamo e cosa facciamo, senza che tu debba indovinarlo scansionando pagine complesse”. Si pensa che possa diventare la “corsia preferenziale” per essere capiti correttamente dai bot.
Come farsi citare: La teoria dell’information gain
Una delle domande più frequenti è: “Come faccio a far sì che l’AI citi la mia azienda nelle sue risposte?”
La risposta risiede nel concetto di information gain (guadagno informativo). Le AI sono addestrate su miliardi di pagine; se il tuo sito ripete concetti generici già presenti su Wikipedia, il tuo “guadagno informativo” è zero. L’AI non ha motivo di citarti.
Per aumentare le probabilità di citazione servono:
Dati proprietari: pubblicare ricerche, statistiche o casi studio unici che possiedi solo tu.
Opinioni esperte: l’AI cerca prospettive, non solo fatti. L’opinione forte di un professionista umano ha più valore di una descrizione generica.
Citazioni correlate: Linkare fonti autorevoli e studi esterni aumenta la credibilità del tuo contenuto agli “occhi” dell’algoritmo.
L’Accessibilità come vantaggio competitivo (e tecnologico)
Ancora oggi purtroppo l’accessibilità web (rendere il sito navigabile per persone con disabilità) viene vista da molte aziende solo come un obbligo normativo (European Accessibility Act).
Oggi, in E-TERNA, vediamo l’accessibilità come uno dei più potenti strumenti di SEO per le AI.
Pensiamo che il modo in cui uno screen reader (usato da persone non vedenti) scansiona una pagina web sia simile al modo in cui un bot di AI analizza i contenuti. Entrambi hanno bisogno di testi alternativi (alt text) descrittivi per le immagini, entrambi necessitano di una struttura di navigazione logica e lineare, entrambi richiedono un markup chiaro e semanticamente corretto, con etichette e attributi adeguati.
Migliorare l’accessibilità del tuo sito web non è solo inclusivo per gli esseri umani ma migliora anche la leggibilità da parte delle AI.
La strategia per le PMI: cosa fare oggi?
Per i decision maker delle PMI, il passaggio all’azione non richiede di riscrivere tutto il codice domani, ma di cambiare mentalità. Ecco la checklist essenziale per il 2026:
- Audit dei dati strutturati: assicuratevi che il vostro sito parli “macchina” fluentemente.
- Implementazione di
llms.txt: Anche se non è ancora uno standard ufficiale, l’implementazione non è particolarmente onerosa, perché non creare la corsia preferenziale per i bot? - Information gain: Non scrivete contenuti generici; puntate su dati unici ed esperienza umana reale.
- Accessibilità : Non trattatela come un fix finale o un obbligo normativo, ma come base del design.
Il sito web del 2026 non è più solo una vetrina: è un’interfaccia per il mondo umano e per le AI. Serve a conquistare la fiducia delle persone e a nutrire di informazioni le AI.
In E-TERNA, forti di venticinque anni di esperienza e costantemente attivi nella ricerca, costruiamo ecosistemi digitali con attenzione a questo dualismo. Creiamo siti piacevoli e utili da navigare per le persone e facili da leggere per le macchine.
